Autore

Andrea Gelsomini

pubblicato il Gio, 26/05/2022 - 00:26

Serie A 2021/2022

Ciao, ragazzi, benvenuti in questo nuovo articolo di Chiacchiere da Bar.

Oggi parleremo del Campionato appena concluso. Faremo una breve analisi di quella che è stata la stagione delle principali protagoniste di questa Serie A.

È stato un campionato avvincente, con lotte aperte per i vari obbiettivi fino all’ultima giornata, e dove meriti e demeriti si sono mescolati e confusi spesso. Quindi bando alle ciance ed iniziamo subito.

 

Le più forti

Partiamo dalla lotta al vertice, decisa per l’appunto all’ultima giornata, e vinta dal Milan.

Al Milan Campione d’Italia dedicheremo un articolo a parte perché il percorso che ha portato a questo scudetto parte da molto lontano e merita un approfondimento dettagliato. Il testa a testa con l’Inter detentrice del titolo è stato serrato, punto a punto fino all’ultima giornata.

Ci sono ovviamente due diverse letture di questo epilogo. C’è chi dice che siano maggiori i meriti del Milan, e chi afferma che siano maggiori i demeriti dell’Inter. Già vi dico che è molto difficile arrivare ad una conclusione definitiva e incontestabile. Io propendo per la prima ipotesi, quella che riguarda i meriti dei rossoneri, e non per la mia fede calcistica che tutti conoscete bene. Cercherò di giustificare al meglio il mio pensiero a riguardo.

Partiamo dal Milan, squadra che al via nessuno avrebbe dato per favorita. Gli investimenti fatti in estate non sembravano essere esaltanti. Persi due giocatori chiave come Donnarumma e Calhanoglu. Un mercato fatto di occasioni, come Giroud a fine contratto, Florenzi in prestito, la scommessa Messias, un giovane portiere francese fresco di titolo ma sconosciuto… apparentemente nessun colpo a effetto.

Il risultato è stato un Milan che ha dimostrato di essere il gruppo più solido e affiatato di tutta la Serie A. Un gruppo che nelle difficoltà si è sempre compattato ed ha tirato fuori il meglio. Si può dire che la principale qualità di questa squadra sia stata proprio trovare soluzioni nelle situazioni più complicate, quando tutti la davano per spacciata. Un risultato sorprendente, se si considerano le premesse, ma che per il percorso fatto è parso, alla fine, più che logico. La crescita dimostrata partita dopo partita ha portato ad un rush finale di 6 vittorie consecutive, 18 punti. Addirittura l’ultima partita, quella con il Sassuolo, è risultata pura formalità. A mio avviso non per il valore degli avversari, ma proprio per la diversità di motivazioni. La cattiveria agonistica con cui il Milan ha chiuso la pratica Sassuolo, e scudetto, in poco più di mezz’ora è la dimostrazione di una squadra che ha raggiunto la piena consapevolezza e maturità.

la chiave sta nel grande lavoro di squadra fatto da dirigenza, staff tecnico e giocatori. Ognuno ha dato il proprio contributo, con impegno e dedizione, e alla fine il duro lavoro è stato ripagato con un grande risultato. “Chapeau” direbbe un caro amico…

Parlando dei rivali sconfitti, l’Inter di Inzaghi, i demeriti più evidenti riguardano un derby di ritorno, perso malamente dopo aver dominato per lunghi tratti la partita, e una sconfitta con il Bologna, con errore incredibile del portiere Radu nei minuti finali. Personalmente credo che siano due episodi che, nell’economia di un campionato, non incidano così profondamente. Non esiste squadra che nell’arco di un campionato non commetta passi falsi. Altrimenti il limite matematico di 114 punti sarebbe già stato raggiunto. Le premesse da fare, per quanto riguarda il giudizio sull’Inter, sono: Il cambio in panchina, da Conte a Inzaghi; le cessioni di Lukaku e Hakimi; la perdita di Eriksen, per motivi che tutti conosciamo; il ritorno di Pintus a Madrid, che per chi non lo conoscesse è il miglior preparatore atletico del mondo. Per intenderci, quello delle 4 Champions consecutive del Real Madrid. In sintesi, diversi fattori che potevano far pensare ad un ridimensionamento degli obbiettivi dei nerazzurri.

Viste le premesse, due titoli ai danni della Juve, Supercoppa italiana e Coppa Italia. 84 punti, solo 7 in meno rispetto all’anno scorso. Miglioramento del percorso in Champions, con un ottavo di finale giocato contro una delle due finaliste e con rimpianti legati alla partita di ritorno, vinta nonostante l’espulsione di Sanchez. Vista così la stagione dell’Inter non può che essere considerata positiva, al netto di qualche occasione sprecata che avrebbe potuto portare alla vittoria dello scudetto.

Derby di Milano

Il Napoli

Stesso discorso, invece, non si può fare per il Napoli. A mio avviso, la squadra con più rimpianti in questa stagione. Il Napoli per gran parte di questa stagione è stato la principale antagonista delle due milanesi. Un girone d’andata quasi perfetto. Un mese di gennaio che poteva mettere in discussione tutto, vista la partecipazione di 3 giocatori importanti alla Coppa d’Africa, e invece è stato superato brillantemente. Poi le partite decisive della seconda parte di stagione, ed è lì che il Napoli è mancato. Pareggio in casa con l’Inter, sconfitta con il Barcellona in Coppa, sconfitta in casa con la Fiorentina, sconfitta in casa con il Milan. L’impressione è che una squadra matura, bella da vedere per il gioco espresso, con tanti giocatori forti, un allenatore forte… sia mancata nei momenti decisivi. Probabilmente gli ingredienti per la vittoria di un titolo c’erano tutti, è mancata la ciliegina sulla torta.

La Juve di Allegri

La Vecchia Signora

Poi c’è la Juventus, e qui la stagione non può che essere considerata negativa. Ci si aspettava da Allegri un’inversione di tendenza rispetto alla stagione passata. Invece è arrivato solo un quarto posto, da considerare l’obbiettivo veramente minimo per quella che è, forse, la rosa con il valore più alto di tutta la Seria A. Oltre a questo, la nota dolente è non aver mai visto passi avanti nel gioco. La Juve di quest’anno è una Juve che ha trovato un equilibrio difensivo, è riuscita ad infilare una striscia di risultati utili, stava per tornare in corsa per lo scudetto… ma non ha mai dato l’impressione di dominare le partite, neanche contro avversari di rango molto inferiore. Undicesimo attacco del campionato. Per non parlare della doppia sfida con il Villareal in Champions, con una partita di ritorno buttata via nel finale e persa 3-0 in casa.

È una Juve che al momento si affaccia al futuro senza grandi certezze. Chiesa il prossimo anno darà probabilmente il contributo che è mancato quest’anno. Vlahovic è sicuramente un giocatore importante da cui ripartire. De Light è certamente un giovane che ha ancora grandi margini di crescita. In attesa del mercato estivo, però, la Juve del prossimo anno avrà sicuramente due pilastri in meno, cioè Chiellini e Dybala. Vedremo come si muoverà la società per sostituirli, al momento però sembrerebbe mancare un progetto di gioco, senza il quale è difficile trovare giocatori su cui puntare per il futuro.

Piazzamenti in Europa

 

Piazzamenti in Europa

La sorpresa più grande, a livello di squadre medie, è stata sicuramente la Fiorentina di Italiano. Ennesima dimostrazione che quando si gioca bene a calcio, proponendo idee di gioco, i risultati arrivano. Gli investimenti sulla Fiorentina già sono stati fatti, vedremo se la conquista di questa partecipazione ad una competizione europea porterà i toscani ad alzare ulteriormente l’asticella.

Capitolo a parte per le due romane. A mio avviso ottimo il quinto posto della Lazio di Sarri. Una squadra con evidenti problemi difensivi, dati non tanto dall’organizzazione del reparto ma dal rendimento dei singoli. Si salva Lazzari, autore di una buona stagione, per il resto reparto da rifondare. A centrocampo è evidente che Luis Alberto sia arrivato al bivio della sua carriera. Lo spagnolo deve capire cosa fare del proprio futuro, se rimanere a Roma o cercare un progetto più ambizioso e remunerativo. Sicuramente la sua non è stata una stagione positiva, soprattutto se si considera il valore del giocatore, la cui classe non credo sia in discussione. Milinkovic-Savic, invece, è stato autore di un campionato pazzesco. Anche quest’anno tra i migliori giocatori della Serie A, ha dato l’impressione di aver raggiunto la piena maturità. 11 gol e 11 assist, numeri importanti. Quarto titolo di capocannoniere per Immobile, con 27 reti. Per lui ovviamente i complimenti si sprecano, per i tifosi inizia ad avere le sembianze di una leggenda. Lazio che è stata il secondo miglior attacco del campionato, dietro solo all’Inter. Vedremo il prossimo anno se Sarri riuscirà ad imprimere ancora di più il suo marchio su questa squadra.

Meno brillante, invece, il percorso della Roma. Una squadra che a tratti ha dimostrato di avere i valori per lottare al vertice. Una squadra con un grande potenziale dalla trequarti in su, con giocatori forti del calibro di Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan, Abraham… Mourinho ha sicuramente dimostrato a modo suo di riuscire a tirare fuori il meglio da diverse situazioni. Ha caricato di pressioni una rosa, più attrezzata di quella della Lazio, e nel finale i risultati gli hanno dato ragione. Qualche rimpianto resta per non aver trovato la giusta continuità. In campionato si poteva fare di più, fortunatamente la vittoria in Conference League porta nella bacheca della Roma un trofeo Europeo che, se pur minore, ha comunque la sua importanza.

Brutta stagione per l'Atalanta, stranamente, prima delle escluse alle prossime competizioni europee. Il dato più eclatante, in negativo, sono le sole 4 vittorie casalinghe nell'arco di tutto il campionato. Un annata da dimenticare per gli uomini di Gasperini che ci avevano abituati a ben altri standard.

Lotta salvezza

In Serie B

Per quanto riguarda le 3 squadre retrocesse, poco da dire sul Venezia, partito bene ma crollato malissimo nella seconda parte di stagione.

Il Genoa purtroppo da anni naviga pericolosamente in quella zona di classifica, nonostante i vari cambi in panchina il conto quest’anno è stato salato. Evidentemente la rosa, messa a disposizione di tecnici bravi e preparati, non è stata all’altezza.

Discorso diverso invece riguarda il Cagliari, squadra che per il valore della rosa avrebbe dovuto occupare la parte sinistra della classifica. Una gestione disastrosa condanna alla retrocessione un gruppo nato per provare a centrare risultati importanti.

Nota di merito per la Salernitana di Davide Nicola, che si salva incredibilmente all’ultima giornata nonostante una sconfitta 4-0 in casa con l’Udinese. Grandi meriti al tecnico, che compie l’ennesima impresa della sua carriera, e al direttore sportivo, Sabatini, in grado di rimettere a posto una squadra costruita malamente in estate.

 

Questa è l’analisi sul campionato appena concluso. Fatemi sapere il vostro parere, se questa stagione vi è piaciuta, se siete delusi, se vi ha lasciati indifferenti… Ci vediamo presto con l’articolo riguardante il Milan Campione d’Italia. Ciao…