Vamos
Ciao ragazzi, benvenuti in questo nuovo articolo di Chiacchiere da Bar.
Oggi per la prima volta parleremo di tennis e nello specifico del mio tennista preferito in assoluto: Rafa Nadal.
Buona la prima
Per prima cosa occorre fare una premessa. Mi ritengo un appassionato di tennis. Ho visto tantissime partite, soprattutto dai 13\14 anni in poi. La prima partita in assoluto che ho visto è stata la finale degli Internazionali di Roma del 2004. Partita meravigliosa tra due grandissimi campioni, Carlos Moya e David Nalbandian.
Presi in simpatia Nalbandian, un po' per il look e un po' per lo stile di gioco. Vinse Moya 3 set a 0 in maniera schiacciante. Deluso per l'epilogo della partita non ne guardai altre per tutto l'anno, anche perché già in quegli anni il tennis non era visibile in chiaro.
Maratona di Tennis
L'anno dopo mi ritrovai di nuovo a vedere la finale al ristorante dei miei. Arrivai più o meno a metà pomeriggio e un'amica appassionata di tennis mi disse che sarebbe andata per le lunghe. Mai previsione fu più azzeccata. Finale Nadal – Coria del 2005. Impossibile dimenticarla per chiunque l'abbia vista.
Non conoscevo nessuno dei due. Ricordo le parole della mia amica su Guillermo Coria. Mi disse che era l'uomo dei recuperi impossibili. Iniziai a guardare la partita dal terzo set e mi accorsi subito che il fenomeno era l'altro. Il ragazzino spagnolo con i capelli lunghi, la canottiera arancione e gli insoliti pantaloncini sotto le ginocchia, era una macchina da guerra. Il mio pensiero fu proprio: “Ma quanto corre??”. Coria era un ottimo tennista, forse all'epoca anche più completo e maturo di Nadal. Il punto era che per vincere uno scambio doveva fare il punto 3 o 4 volte. Appena i suoi colpi perdevano profondità lo spagnolo iniziava a girare intorno al dritto e lì erano dolori. Nadal aveva un dritto micidiale. Così potente che preferiva correre di più, evitare di colpire la palla di rovescio e colpirla solo di dritto. Fu la partita che mi fece definitivamente innamorare del tennis. Nadal vinse in 5 set. Proprio nel quinto set era sotto 0-3 e riuscì a rimontare, portare il set al tie-break e vincerlo 8-6.
La partita durò 5 ore e 14 minuti ed è ancora oggi la partita più lunga della storia del torneo. Fu proprio il tipo di partita che piace a me, con scambi lunghissimi e combattuta fino all'ultimo punto. Perché per me il tennis è questo. Lottare fino all'ultimo punto. Se ci pensate bene, per assurdo, non esiste punteggio nel tennis che matematicamente non possa essere rimontato. La ritengo la vera magia di questo sport.
Il numero 1
Tornado al bambino che corre tanto, il buon Rafa Nadal divenne subito il mio idolo. Iniziai a seguire altri tornei oltre quello di Roma.
Voglio fare un'altra precisazione. Ho praticato il tennis solo in un breve periodo della mia vita, un corso con la scuola di dieci lezioni circa. Successivamente ho giocato qualche partita con un amico di famiglia. Ero bravino ma troppo impegnato con il nuoto per praticare un altro sport. Questo non mi impedì però di guardare decine e decine di partite ogni anno in Tv.
Ricordo benissimo che quando parlavo di Nadal ai miei conoscenti che seguivano il tennis, la risposta era sempre la stessa: “Il numero 1 è Roger”.
Il 2005 fu anche l'anno della prima vittoria al Roland Garros. Il primo Slam per il maiorchino. Nonostante questo ricordo benissimo che ero l'unico ad apprezzare Nadal tra quelli che conoscevo. A parte i notevoli dubbi legati al fatto che fosse dopato, ricordo che la gente continuava ad imputare a Nadal la mancanza di talento, il gioco unicamente difensivo, e le numerose vittorie solo sulla terra battuta. E poi Roger... che classe!
Roger Federer, 5 anni più vecchio di Nadal era allora il numero uno della classifica ATP. Quando mi appassionai al tennis era praticamente incontrastato nel circuito. Aveva già trionfato in tutti gli Slam, escluso il Roland Garros. Soprattutto era già iniziato il suo dominio a Wimbledon, considerato “il tempio del tennis”.
Ricordo solo che lo odiavo. Sembrava avere perennemente la puzza sotto il naso. Era talmente forte che sembrava non faticare durante le partite. Neanche sudava. Sempre con quei suoi capelli perfettamente a posto. Non si scomponeva mai, non esultava mai, sembrava quasi che le vittorie lo annoiassero. E poi giocava in maniera noiosamente perfetta. Sembrava uscito da un manuale del tennis. Ricordo che il simbolo dell'ATP, un tennista stilizzato che si apprestava a colpire la palla sul servizio, sembrava proprio Roger Federer. Una noia mortale. Avevo il sospetto che prima o poi sarebbe caduto. Era solo questione di tempo. Ovviamente per quelli con cui parlavo di tennis ero un illuso.
Come due Gladiatori
Arriviamo quindi al 2006. Federer era ancora il numero uno in classifica mondiale e Nadal era stabilmente il numero due. È stato l'anno in cui è esplosa definitivamente la rivalità più bella della storia del tennis. Non ho vissuto le altre ma sinceramente non temo smentite dato che attualmente questi due fenomeni hanno vinto 41 Slam in due.
Dopo un anno di noiosissimi discorsi sulla classe di Federer, sulla sua eleganza, sul suo stile, pure sulla sua bellezza perché per mia madre era il ragazzo più bello del mondo...
Federer iniziò vincendo l'Australian Open.
A Dubai si incontrano in finale. Vinse Nadal.
Anche a Monte Carlo si incontrano in finale. Vinse ancora Nadal.
Ma gli scettici non erano ancora soddisfatti. “Federer è il miglior tennista della storia e Nadal è un pallettaro che colpisce da fondo”.
La finale di Roma è storia. Qui sotto troverete il video degli Highlights della partita. Semplicemente epica.
Di nuovo 5 set. Di nuovo 5 ore di partita. Federer al quinto fallisce due match point e perde. Nadal vince una partita incredibile contro il tennista più forte visto fino ad allora. Una partita combattuta punto a punto, in cui Federer per la prima volta diede l’impressione di impegnarsi a fondo. La prima di una lunga serie di finali tra questi due fenomeni, che hanno espresso negli anni un livello di tennis irraggiungibile.
Questo era solo l'inizio
Attualmente stimo molto lo svizzero come giocatore e come persona. L'ho anche tifato in alcuni frangenti perché ne riconosco l'innegabile grandezza. Dopo quella finale ho goduto talmente tanto che ho comprato la canotta gialla fosforescente di Nadal. Una partita meravigliosa che chiude questo primo capitolo della mia passione per il tennis e per Rafael Nadal. Ce ne saranno altri in cui parlerò di altri momenti della sua carriera, della sua tecnica, della sua psicologia e dei suoi rivali.
Per ora vi saluto e vi aspetto nel box dei commenti per sapere chi è il vostro tennista preferito e perché. L’unica cosa che vi chiedo è di non dare ragione a mia madre quando dice che “Roger è bello…”.
A presto, ciao!